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Efficacia dello screening

Screening a 30-34 settimane

L’obiettivo dello screening per la PE a 30-34 settimane di gravidanza è di stimare il rischio paziente-specifico di sviluppare PE e sulla base di questo rischio definire il conseguente management della gravidanza, compreso il momento e il contenuto delle visite successive. Questo minimizzerebbe potenzialmente gli eventi avversi perinatali per quelle gravidanze che sviluppano PE determinando il momento e il luogo più appropriati per il parto.

Nelle gravidanze che sviluppano PE i valori della MAP, UTPI e sFLT-1 sono aumentati e il PlGF è diminuito. Per tutti i biomarker la differenza rispetto al valore normale è inversamente correlata all’età gestazionale a cui il parto è necessario per indicazioni materne e/o fetali e quindi, l’efficacia dello screening è maggiore per la PE pretermine che per quella a termine.

Lo screening combinato con fattori materni, MAP, UTPI, PlGF e sFLT-1 predice quasi tutti i casi di PE pretermine (<37 settimane) ma solo il 55% di PE a termine (≥37 settimane), con un tasso di screening positivo del 5%.

  • I biomarker importanti a quest’epoca di gravidanza sono MAP, PlGF e sFLT-1, ottenendo un minimo beneficio se si include l’UTPI.