Anticorpi anti Ro/La
Blocco cardiaco congenito
Nel blocco atrioventricolare completo gli atri si contraggono a ritmo sinusale e nessuno dei loro impulsi viene trasmesso ai ventricoli che hanno invece una frequenza più lenta (40-70 battiti/min)
Nel 50% dei casi sono presenti anomalie strutturali (principalmente isomerismo atriale sinistro e trasposizione corretta dei grossi vasi). Nel resto dei casi, la condizione è causata dalla presenza di autoanticorpi materni anti-Ro (SS-A) o anti-La (SS-B) che attraversano la placenta e causano distruzione irreversibile del miocardio fetale e del tessuto di conduzione. La maggior parte delle madri è asintomatica mentre in alcuni casi è presente una connettivopatia (lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, artrite reumatoide, e sindrome di Sjogren). La prevalenza del danno cardiaco fetale tra le donne con anticorpi anti-Ro e anti-La è del 5-10%
La prognosi dipende dalla presenza di difetti cardiaci, dalla frequenza ventricolare e dalla presenza di idrope, che si sviluppa quando la frequenza ventricolare è minore di 50 battiti/min
Nei feti con cardiopatie congenite il blocco cardiaco esordisce al primo trimestre e la prognosi è sfavorevole
Il blocco atrioventricolare secondario ad autoanticorpi materni si sviluppa lentamente nel corso della gravidanza. La misurazione Doppler dell'intervallo PR permette l'individuazione del blocco cardiaco di primo grado (>130 ms). La somministrazione materna di corticosteroidi (Desametasone 8 mg/die) a questo stadio potrebbe prevenire la progressione a blocco cardiaco completo. Una volta che si è instaurato un blocco cardiaco completo né il Desametasone né il pacemaker fetale si sono dimostrati efficaci
